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martedì 21 agosto 2018
Nuntio vobis Gaudio DEADLY SINS the mirror of a society
Chiediamocelo. Alessandro con questa mostra affronta i vizi capitali. Partendo da qui, con il suo acume e la sua visione distopica della società, apre un nuovo capitolo della sua critica sociale. Dopo averci portato alle soglie dell'estrema tecnologia narrata con la sua prima mostra "HYBRIDS" in cui ibridi uomo macchina evocavano il mito modernizzato di un novello Frankenstein, e successivamente condotto in scenari futuribili di orwelliana memoria con "Ego · Jump · a dive into the future" , sua seconda mostra, ora ci conduce in nuovi scenari, con più sottile arguzia.
domenica 5 agosto 2018
Alessandro Di Vicino Gaudio: Nuntio vobis Gaudio DEADLY SINS the mirror of a society
Siamo arrivati all'annuale appuntamento con le opere di Alessandro Di Vicino Gaudio.
Dopo la mostra del 2016 e quella del 2017, anche quest'anno Alessandro sviluppa un tema intrigante e trascurato dall'arte contemporanea. La mostra intitolata “Nuntio Vobis Gaudio - DEADLY SINS - The mirror of a society” affronta il tema dei vizi capitali.
Pur rimanendo fedele, sia nello stile, sia nello schema narrativo, alle proprie radici, Alessandro si cimenta nell'interpretazione dei vizi, che da peccati personali vengono estesi alla società in cui lui si sente prigioniero. Con le sue solite distopie, ci mette difronte ad un mondo che così è, purtroppo, e forse potrebbe cambiare anche attraverso la riflessione che ci invita a fare .
Guidati dal giovane Di Vicino Gaudio, il pubblico entrerà in una narrazione visiva tipica del suo personalissimo modo di fare arte. Una interpretazione sensibile ed attuale di un argomento laicizzato quanto basta per entrare nel nostro lessico quotidiano. Dalle distopie narrateci nelle precedenti mostre, si passa oggi ad un nuovo approfondimento della sua visione della società. Una forma di “Arte Sociale”, quindi, degna della nostra tradizione pittorica del secolo scorso, i cui riferimenti possono essere trovati in Beckman, Grosz, o, oltre oceano, Hopper. Solitudine, indifferenza, isolamento vengono tracciati con campiture in bianco e nero, sotto la rigida grammatica del graffito, forma d’arte che le nuove generazioni hanno metabolizzato come linguaggio visivo. Storie complesse sintetizzate in un rettangolo di MDF in cui spesso si aprono spazi vuoti da cui un monitor anima la scena. La pittura quindi, saltando a piè pari la terza dimensione si arricchisce di quella quarta dimensione che è il tempo. In questo si nota un superamento di Nam Jun Paik in quanto il mezzo tecnico non è il punto d’arrivo di una ricerca estetica, ma mero strumento già assodato come “normalizzato”, per quanto originale, ma assimilato in un linguaggio complesso e semplice nel contempo.
Alcune delle opere in esposizione:
Dopo la mostra del 2016 e quella del 2017, anche quest'anno Alessandro sviluppa un tema intrigante e trascurato dall'arte contemporanea. La mostra intitolata “Nuntio Vobis Gaudio - DEADLY SINS - The mirror of a society” affronta il tema dei vizi capitali.
Pur rimanendo fedele, sia nello stile, sia nello schema narrativo, alle proprie radici, Alessandro si cimenta nell'interpretazione dei vizi, che da peccati personali vengono estesi alla società in cui lui si sente prigioniero. Con le sue solite distopie, ci mette difronte ad un mondo che così è, purtroppo, e forse potrebbe cambiare anche attraverso la riflessione che ci invita a fare .
Guidati dal giovane Di Vicino Gaudio, il pubblico entrerà in una narrazione visiva tipica del suo personalissimo modo di fare arte. Una interpretazione sensibile ed attuale di un argomento laicizzato quanto basta per entrare nel nostro lessico quotidiano. Dalle distopie narrateci nelle precedenti mostre, si passa oggi ad un nuovo approfondimento della sua visione della società. Una forma di “Arte Sociale”, quindi, degna della nostra tradizione pittorica del secolo scorso, i cui riferimenti possono essere trovati in Beckman, Grosz, o, oltre oceano, Hopper. Solitudine, indifferenza, isolamento vengono tracciati con campiture in bianco e nero, sotto la rigida grammatica del graffito, forma d’arte che le nuove generazioni hanno metabolizzato come linguaggio visivo. Storie complesse sintetizzate in un rettangolo di MDF in cui spesso si aprono spazi vuoti da cui un monitor anima la scena. La pittura quindi, saltando a piè pari la terza dimensione si arricchisce di quella quarta dimensione che è il tempo. In questo si nota un superamento di Nam Jun Paik in quanto il mezzo tecnico non è il punto d’arrivo di una ricerca estetica, ma mero strumento già assodato come “normalizzato”, per quanto originale, ma assimilato in un linguaggio complesso e semplice nel contempo.
Alcune delle opere in esposizione:
BEFORE ANYONE ELSE
acrilico su mdf
55x50 2018
acrilico su mdf
55x50 2018
AVARIZIA
Non è per vivere che certa gente ammassa patrimoni, ma accecata dall’avarizia solo per questi vive.
Decimo Giunio Giovenale
Non è per vivere che certa gente ammassa patrimoni, ma accecata dall’avarizia solo per questi vive.
Decimo Giunio Giovenale
ENVY DAY
acrilico con schermo su mdf 100x70cm 2018
acrilico con schermo su mdf 100x70cm 2018
INVIDIA
La felicita’ consiste nel non desiderare quello che si possiede
Ennio Flaiano
La felicita’ consiste nel non desiderare quello che si possiede
Ennio Flaiano
HOOLIGANS
acrilico su mdf
100x70cm 2018
acrilico su mdf
100x70cm 2018
IRA
Cantami, o
Diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi..
Omero
Iliade
Cantami, o
Diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi..
Omero
Iliade
INDIFFERENCE IS BLIND
acrilico con schermo su mdf
150x70cm2018
acrilico con schermo su mdf
150x70cm2018
SUPERBIA
Era come un gallo che pensava che il sole sorgesse per ascoltarlo cantare
George Eliot
Era come un gallo che pensava che il sole sorgesse per ascoltarlo cantare
George Eliot
INTENSIVE FARMING
acrilico con schermo su mdf
100x80cm 2018
acrilico con schermo su mdf
100x80cm 2018
GOLA
L’ingordigia è un rifugio emotivo
è il segno che qualcosa ci sta divorando
Peter De Vries
L’ingordigia è un rifugio emotivo
è il segno che qualcosa ci sta divorando
Peter De Vries
LUST FOR RENT
acrilico su mdf
100x70cm 2018
acrilico su mdf
100x70cm 2018
LUSSURIA
Tette, una della tue tette ha dentro il cuore, ascolto quella...
Giorgio Soavi
Tette, una della tue tette ha dentro il cuore, ascolto quella...
Giorgio Soavi
ON THE SOFA tempus fugit
acrilico con schermo su mdf
100x80 cm 2018
acrilico con schermo su mdf
100x80 cm 2018
ACCIDIA
Guardava l’infinito come
le mucche guardano i treni che passano
Leo Longanesi
Guardava l’infinito come
le mucche guardano i treni che passano
Leo Longanesi
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